Pensate che tutti gli Asperger siano persi tra numeri, astrofisica e scienza? Sbagliate! A dimostrarvelo Giovanni Morandini che con Alias abbatte gli stereotipi, racconta il suo mondo e mostra il suo talento… artistico!
“Alias, Cronache dal Pianeta Asperger” è lo spettacolo teatrale scritto e interpretato da Giovanni Morandini.
27 anni, laureato in Lettere e Filologia all’Università Ca’ Foscari di Venezia con 110 e lode, si distingue all’interno dell’Ateneo anche come conduttore radiofonico e attore della compagnia teatrale.
Studente di Commedia dell’Arte alla scuola L’Avogaria, fin da bambino mette in luce la sua passione per le arti, la letteratura e soprattutto i palcoscenici.
“Alias” nasce durante uno stage a Rai Radio Tre, lì Daria Corrias, conduttrice di “Tre soldi”, gli propone di creare un audio documentario sulla sua esperienza in redazione e sulla sua neurodiversità. Il successo è assicurato, tanto che il programma è stato campione d’ascolto e finalista al prestigioso concorso internazionale Prix Italia.
Giovanni è la lampante dimostrazione che immaginare gli Asperger unicamente dediti a scienza e matematica è puro stereotipo, nel suo caso sono materie in cui ha sempre faticato. Apparentemente timido, basta che salga su un palco per mostrare tutta la sua natura istrionica e il suo innato talento comunicativo.
Recentemente si è anche distinto durante l’evento milanese di Spazio Asperger per la Giornata Mondiale della Sindrome con una performance da standing ovation.
Alias in scena a Pavia, noi c’eravamo!
“Alias” è andato in scena a Pavia lo scorso dicembre in versione “grezza”, infatti proprio mentre scriviamo Giovanni è al lavoro con un’artista di fama internazionale, Elisabetta Brusa, per un adattamento curato dal tocco sapiente della regista.
Suddiviso in episodi, lo spettacolo racconta in maniera estremizzata e romanzata, talvolta comica, la vita dall’infanzia a oggi di Giovanni e il suo punto di vista.
Come affermato da lui stesso, però “l’autobiografismo non esclude l’universalità”.
Il termine Alias indica uno pseudonimo, quello per eccellenza, “l’altrimenti detto”, non sarà infatti difficile riconoscere se stessi o i propri cari in alcuni episodi.Alias è un alieno, venuto probabilmente da un altro pianeta “si usa spesso questa metafora dell’extraterrestre per parlare delle persone autistiche, per dire che sono un po’ fuori dagli schemi”.
La contrapposizione del mondo Neurotipico (non autistico) e Autistico vuol essere ben evidente, ma a un certo punto le due parti finiscono per incontrarsi, esattamente come accade nel quotidiano, quando i due mondi devono convivere e cercare un equilibrio, un punto in cui comunicare. Siamo certi quindi che una volta usciti dalla sala potreste ritrovarvi a riflettere su voi stessi anche se non siete nello Spettro.
Il tema del doppio e delle contrapposizioni, tanto caro a letteratura e cinema, Giovanni lo mette in scena attraverso l’interpretazione di due ruoli (il Dottor Morandini e Alias) e in un colloquio con uno psicologo, interpretato da Michele Cosi, già autore delle belle musiche che accompagnano lo spettacolo.
Michele, detto Il Kele, è psicologo anche nella vita reale e si è laureato con una tesi riguardante proprio la Sindrome di Asperger (a proposito di mondi che si incrociano).
Lo scorrimento della rappresentazione è piacevole e non c’è tempo di annoiarsi, anzi, alla fine vi dispiacerà uscire dal mondo di Alias.
Lo spettacolo è anche una dichiarazione d’amore al cinema e un percorso attraverso i suoi generi, dal comico all’horror. Impossibile non farsi coinvolgere dai cortometraggi creati dal bravissimo Paolo Mezzalira che intervallano le scene teatrali. Da segnalare l’omaggio a Fantozzi-Paolo Villaggio e una straordinaria sequenza di muto in cui possiamo vedere recitare anche la madre di Giovanni, Chiara.
Giovanni e l’Asperger, dalla diagnosi alla consapevolezza
Il primo incontro con l’Asperger Giovanni lo ha avuto leggendo “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon in cui il protagonista è per l’appunto autistico e nel quale rivede in parte se stesso.
La diagnosi però è arrivata all’età di 19 anni e, come racconta nell’intervista che ci ha concesso “Fin da piccolo mi era sembrato di essere diverso dagli altri”, sia per le difficoltà nelle relazioni sociali, sia per le passioni differenti (niente sport, musica o simili, meglio lettura e recitazione), che per quelle difficoltà “nel fare le cose pratiche, manuali, anche le più semplici, come allacciarsi le scarpe” che agli altri risultavano totalmente naturali.
L’Asperger non è solo difficoltà, per Giovanni è anche occasione. Essere nello Spettro Autistico gli permette di memorizzare un gran numero di informazioni riguardanti i suoi interessi e trasformarle in creatività. Tutto questo, unito a una grande capacità di osservazione e introspezione, si fonde con l’arte e diventa comunicazione.
Il talento di Giovanni, la sua cultura e la sua conoscenza emergono anche in “Jukebox letterario”, un piacevole e istruttivo contenitore di letteratura.
Giovanni per il futuro sogna di essere indipendente, avere un lavoro, magari come insegnante. La recitazione rimane comunque la sua prima passione e noi gli auguriamo fortemente che possa trasformarsi in una professione, perché un talento come il suo merita attenzione!
Quando le difficoltà diventano punti di forza
Giovanni non cela le sue difficoltà e il suo essere differente dalla media, ma li racconta, esorcizza e trasforma in conoscenza, bellezza e arte.
Non nasconde i problemi quotidiani né nella messa in scena né durante l’intervista “ho bisogno di aiuto in molte cose, soprattutto in quelle pratiche, nell’organizzazione della giornata”. Sua madre è per lui una sorta di segretaria e assistente in particolar modo per quel che riguarda il discorso artistico.
Proprio la madre (e la famiglia) con il suo supporto è a nostro parere un altro dei suoi punti forza.
Avere dei famigliari che non soffochino gli interessi speciali di una persona Asperger è secondo noi un buon punto di partenza per l’indipendenza. Ancor meglio è essere aiutati affinché diventino qualcosa di più di un hobby da coltivare solo dentro casa propria, infatti molto spesso noi Asperger non sappiamo districarci e applicare le nostre conoscenze a un qualcosa di utile per sé e per la comunità.
Fare delle proprie passioni particolari una strada di vita, un qualcosa che aiuti a essere parte del mondo, potrebbe essere una delle chiavi per l’autonomia di una persona Asperger e per evitarle comorbidità anche invalidanti.
Incoraggiare i propri figli e aiutarli a incanalare tutto ciò è molto importante. È uno dei principi in cui crediamo fermamente!
Per tenervi in contatto con Giovanni, potete seguire la Pagina Facebook di Alias!
Credits:
Foto di copertina: Monica Conserotti
Cortometraggi all’interno dello spettacolo (realizzazione e regia): Paolo Mezzalira