“Hai l’aria stanca”. Me lo sento dire spesso. Prima mi offendevo, oggi rispondo: “Io sono stanco”. Vivere con un disturbo dello spettro autistico significa non avere filtri. Io vivo il mondo in un modo diverso. Ogni giorno ci vuole una quantità incredibile di energia.
Queste parole scritte qualche anno fa da Lamar Hardwick ci hanno fatto riflettere sul concetto di “stanchezza quotidiana” spesso compagna delle persone nello spettro autistico.
L’interazione quotidiana con gli altri
Perché molte volte mi stanco con attività che per altri sono semplici azioni quotidiane, come l’interazione (anche di base) con le persone?
Perché, ad esempio, il linguaggio non sempre per me è così naturale. Parlare con le persone può richiedere un grande sforzo.
Durante i dialoghi devo analizzare ogni parola dell’altro, ogni sfumatura, ogni gesto, tradurlo in modo che abbia significato per me. Allo stesso tempo devo pensare ai termini da utilizzare per rispondere, al senso che assumeranno per il mio interlocutore, a come mi sto muovendo, a quale espressione possa esserci sul mio volto.
Tutto questo per una persona neurotipica è naturale, come respirare. Per me invece è un lavoro, di traduzione, analisi, concentrazione. Se non rimango vigile rischio di dire cose senza senso o, addirittura, offensive.
Quando poi torno a casa spesso rimugino sui dialoghi e le interazioni della giornata, provo a capire se ho fatto errori, figuracce, cerco di ricordare come hanno reagito gli altri.
I problemi sensoriali
Al dover ragionare costantemente sull’interazione si aggiunge il lavoro continuo del cervello che fatica nell’elaborare gli stimoli sensoriali. Suoni, odori, luci, contatti accidentali, strette di mano, tutto diventa uno stimolo che vuole attenzione dal mio cervello, che pretende di essere considerato e non passa di certo lieve o inosservato. Tutto si stampa sul mio corpo e nella mia mente, a volte “rimbomba” per ore, non dandomi tregua.
E questo, cari miei, stanca, mi strema, fa assomigliare l’interno del mio cranio al contenuto di un frullatore impostato sulla velocità massima.
Anche quando mi rifugio a casa mi stanco
Persino la propria casa può non essere un rifugio in cui trovare riposo e pace. Molte volte ti trovi a combattere con familiari che non comprendono il tuo modo di essere, le tue scelte e ti pensano “sbagliato” o che non rispettano le tue difficoltà sensoriali.
Tutto questo si trasforma in frustrazione, che stanca, svilisce, stravolge.
La notte non sempre mi porta riposo, a volte non riesco ad addormentarmi a causa dei troppi stimoli che non ho ancora smaltito o dei pensieri, talvolta vedo in rewind tutto quello che mi è accaduto durante la giornata, proprio come se fossi davanti a uno schermo di una TV!
Mi capita di pensare persino mentre dormo!
Il mio cervello lavora velocemente e a volte mi sembra di percepire tutto questo “movimento”. Ce n’è così tanto che la testa diventa pesante, talvolta sento forti pressioni nel cranio.
Abbiamo riassunto, basandoci sulla nostra esperienza personale (niente di manualistico!), alcuni dei motivi che possono farci stancare molto più rispetto alla media della popolazione. All’apparenza tutto questo non si vede, è invisibile, e ad alcuni potrebbero sembrare banali giustificazioni. Ci piacerebbe che per una volta una persona neurotipica si mettesse nei nostri panni per comprendere!
In un prossimo articolo tratteremo invece “i punti forza”, mica è tutto solo negativo!
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